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Fichi: il calo della produzione stimola il mercato

Sui bancali ortofrutticoli, un articolo che desta interesse ad agosto e settembre è senza dubbio il fico. L’attuale annata, però, è segnata da un calo produttivo del 30%: una diminuzione già anticipata nelle scorse settimane e attribuibile prevalentemente alla siccità e alle alte temperature registrate nei mesi scorsi. Lo riporta Freshplaza.

A delineare un quadro significativo per la campagna in corso dei fichi a residuo zero è Vito Ancona, tra i principali soci dell’OP Ancona, un’organizzazione di produttori della Basilicata con circa 70 ettari dedicati a questa coltivazione.

“La raccolta è iniziata il 10 agosto e si prevede possa concludersi verso fine settembre, anche se il calendario è soggetto a modifiche, in base all’andamento climatico. Non crediamo di prolungarci fino a ottobre. Se si dovessero verificare giornate piovose o con un alto tasso di umidità, la campagna potrebbe terminare in anticipo. Il periodo di maturazione e l’inizio degli stacchi sono molto simili a quelli dell’anno precedente, forse con qualche giorno di anticipo”.

La campagna attuale si caratterizza per una quantità limitata di prodotto, a fronte di una domanda in crescita. “Tuttavia, un aspetto critico riguarda l’aumento dei costi di raccolta. Ci sono pochi frutti per pianta e le spese sono molto elevate. Ci sono dunque difficoltà operative sul campo, meno invece sui mercati”, precisa Vito Ancona.

Sul fronte commerciale, infatti, la richiesta è soddisfacente, con un’espansione verso nuovi clienti. L’OP Ancona fornisce i suoi prodotti sia ai mercati interni, come Padova, Verona, Milano, Bergamo, Bologna, Torino, Udine, Genova, Mestre, Parma e Treviso, sia a quelli esteri. “La disponibilità dei fichi a residuo zero, tuttavia, non è costante. Ci sono giorni in cui l’attività di raccolta deve essere interrotta e altri in cui si raccoglie più del solito, rendendo difficile garantire una fornitura quotidiana ai clienti. I prezzi attuali sono stabili e simili a quelli ottenuti lo scorso anno”.

La Germania risulta il nostro primo mercato di riferimento in Europa, poiché gli operatori locali mostrano un buon apprezzamento per il prodotto italiano. Nonostante ciò, la sua commercializzazione presenta sfide significative, principalmente dovute al lungo viaggio necessario per la consegna e alla shelf-life limitata, che dura al massimo sette giorni.