“Al momento non disponiamo di scorte a magazzino di succo di arancia rossa e di melograno”. Così esordisce Salvatore Imbesi, manager di Agrumi-Gel, azienda siciliana specializzata nella trasformazione di frutta. “L’intera produzione della campagna 2024/25 – spiega Imbesi, – è stata venduta e quasi interamente consegnata”. La forte richiesta ha superato la capacità di stoccaggio dell’azienda, impedendo di accettare ulteriori ordini. Lo riporta Freshplaza.
La situazione è analoga per il succo di limone NFC (Not From Concentrate), per il quale la domanda ha superato l’offerta produttiva. Il mercato ha visto un andamento dei prezzi altalenante per i limoni freschi, con quotazioni inizialmente inferiori ai costi di produzione. In seguito, i prezzi sono aumentati, influenzati anche dalle quotazioni più alte dei succhi di limone di altri produttori europei ed extraeuropei.

Secondo Imbesi, tuttavia, il problema principale per i prodotti trasformati è la mancanza di una normativa comunitaria chiara sull’origine della materia prima. Una regolamentazione precisa sui criteri per l’utilizzo della denominazione “Italia” è fondamentale per proteggere il settore da dazi, contraffazioni e dall’uso improprio del marchio. Spesso, infatti, prodotti con una presenza marginale di succo italiano vengono etichettati come tali.


“Questo vuoto normativo – prosegue Imbesi nella sua analisi – penalizza gli investimenti in colture innovative. Il caso del melograno è emblematico. Sebbene la coltivazione sia stata introdotta per diversificare la produzione, la filiera in Sicilia non si è mai consolidata. La causa principale è la forte concorrenza del succo proveniente da Israele e altri paesi extraeuropei, i cui prezzi sono inferiori ai costi di produzione italiani, sia per il prodotto fresco sia per il trasformato”.
Di conseguenza, ogni anno nell’interland catanese e in altre aree della Sicilia vengono estirpati ettari di melograno. Questo rappresenta un danno per l’intera filiera, in particolare per i produttori che avevano investito nella diversificazione. Imbesi sottolinea che una soluzione potrebbe essere l’istituzione di un catasto agricolo nazionale, un database per monitorare le produzioni e i volumi totali, tutelando così l’origine della filiera.

L’azienda trasforma agrumi di filiera siciliana, come arance, limoni e mandarini, ma anche eccellenze calabresi come il bergamotto, oltre a melograno e frutta estiva. La gamma di prodotti ottenuti include succhi naturali e concentrati, essenze, scorze essiccate e bio-etanolo