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Il lino in Umbria: la rinascita di una coltura antica

Sulle colline umbre sempre più spesso si vedono campi azzurri di lino. Questa pianta, che per secoli ha nutrito gli abitanti e fornito materia prima per tessuti, sta tornando dopo un lungo abbandono. Gli agricoltori moderni la riscoprono non solo per tradizione, ma anche grazie alle nuove opportunità di mercato.


Un’eredità storica

In Umbria il lino si coltivava già nel Medioevo. Con le sue fibre si tessevano abiti e tele, mentre l’olio veniva utilizzato in cucina e in medicina. Nel XX secolo la coltura è quasi scomparsa, lasciando spazio ai cereali e agli uliveti. Ma la memoria del lino è rimasta viva nelle leggende contadine e nei musei locali.

«Il lino era la vita delle famiglie umbre: tessuti, olio e perfino medicine», racconta la storica Francesca Mori.


Le fattorie di oggi

La rinascita del lino è iniziata negli anni 2010. Piccole aziende umbre hanno ricominciato a seminare, spesso in regime biologico. Oggi la superficie coltivata è di circa 600 ettari e la domanda è in crescita.

Particolarmente apprezzato è l’olio di lino: usato sia in cucina che in cosmetica. Le fibre invece vengono fornite per la produzione di tessuti con etichetta «Made in Italy», molto richiesti sui mercati internazionali.


Economia e mercato

Il prezzo dei semi di lino in Italia si mantiene intorno a 2–3 euro al kg, mentre una bottiglia di olio biologico può costare 12–15 euro. L’export di tessuti e olio è in aumento, soprattutto verso Germania e Francia.

Per gli agricoltori è una coltura redditizia: il lino richiede meno acqua dei cereali e si adatta bene al clima umbro.


Lino e sostenibilità

Oltre al reddito, il lino porta vantaggi ambientali. Le sue radici rafforzano il terreno riducendo l’erosione, mentre la rotazione con questa coltura migliora la qualità del suolo. Per questo motivo è sempre più considerato parte integrante di un’agricoltura sostenibile.


Una rinascita culturale

Nei borghi umbri tornano le feste del lino, con dimostrazioni di antichi telai, mercati artigianali e degustazioni di olio di lino. Eventi che attirano turisti e diventano un nuovo biglietto da visita per la regione.

«Il lino non è solo agricoltura, ma cultura», sottolinea Alessandro Rizzi, agricoltore di Spoleto.


Conclusione

Il lino in Umbria è un ritorno alle radici e allo stesso tempo uno sguardo al futuro. Unisce storia, economia ed ecologia, diventando parte fondamentale della “rinascita verde” dell’agricoltura italiana.