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Blue tongue, cresce l’allarme

Impennata dei casi negli ultimi mesi. Appelli a intensificare le misure di contenimento del virus accelerando il ricorso alla vaccinazione. Il nodo dei rimborsi agli allevatori. Lo riporta agronotizie.

Non accenna a rallentare l’avanzata della febbre catarrale degli ovini (blue tongue), che negli ultimi mesi ha subìto un’accelerazione con la comparsa di focolai anche in Friuli Venezia Giulia e ora minaccia gli allevamenti dell’Emilia Romagna.
Nei primi mesi dell’anno questa patologia era confinata alle regioni del Centro, ma l’avanzare della stagione calda ha favorito la crescita e la diffusione dell’insetto del genere Culicoides, responsabile della trasmissione del virus.

E ora si teme una crescita esponenziale dei casi.
Dati diffusi da Confagricoltura confermano che fra giugno e luglio si sono sviluppati 635 focolai, mentre nei quattro mesi precedenti se ne contavano solo 133, per un totale a oggi di 768 focolai registrati in Italia.

Prevenire

A fronte di un allarme crescente per questa patologia, aumenta la richiesta per interventi di contenimento della patologia con il ricorso in particolare alla vaccinazione.
costi di questa profilassi non dovrebbero però essere a carico degli allevamenti, per i quali va previsto al contempo un rapido indennizzo per i danni conseguenti alla malattia.

Preoccupa però la scarsa disponibilità di vaccini, argomento del quale si è parlato fra i banchi del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, a seguito di un’interrogazione firmata dal consigliere Marco Mastacchi, dopo la conferma di alcuni focolai in provincia di Rimini.
Non solo disponibilità dei vaccini, queste le richieste, ma anche una capillare opera di informazione agli operatori, e in particolare agli allevatori di ovini, finalizzata a incentivare l’adozione di tutte le misure di biosicurezza necessarie.
Particolarmente importante è il rispetto dei vincoli alla movimentazione degli animali nelle aree interessate dal virus.

La diffusione in Italia…

Va ricordato che la specie più colpita da questo virus è quella ovina, ma con sintomi e danni meno importanti il virus è in grado di infettare anche i bovini.
Il sierotipo predominate (ne esistono ben 26) è il BTV-8, ma in Sardegna è stata evidenziata anche la presenza del BTV-3.

Poche le regioni che non hanno avuto a che fare con questo virus, la cui presenza è più elevata in Abruzzo, dove si concentra circa un terzo dei focolai presenti in Italia, seguita da Lazio, Marche e Umbria.

… e in Europa

La blue tongue rappresenta un problema anche per molti Paesi europei.
Fra i più colpiti figurano Polonia, Germania, Lituania, Ungheria e Lettonia.
Non si è salvata nemmeno la Svizzera, dove la malattia si è presentata in alcuni Cantoni.

Numerosi gli interventi dell’Autorità Sanitaria dell’Unione Europea, che classifica la blue tongue fra le malattie soggette a denuncia e notifica.
Infine è opportuno ricordare che la blue tongue non è trasmissibile all’uomo e non comporta alcun problema di sicurezza per il consumo di alimenti di origine animale.