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Calo dei consumi ed elevata offerta di pesche e nettarine

L’offerta di pesche e nettarine tardive è ancora importante sul mercato. Antonio Forcina, titolare, insieme al figlio Primo, della omonima Forcina Srl, prevede di concludere la campagna tra il 10 e il 15 ottobre. “Questo comporta il rischio”, spiega Forcina, “di una sovrapposizione con le prime partite di clementine precoci”. I consumi infatti mostrano un rallentamento, con il risultato che sul mercato è presente un’elevata quantità di frutta. L’offerta proviene da diverse regioni italiane che hanno investito sul prodotto, tra cui Sicilia, Puglia, Basilicata e alcune aree della Romagna. Lo riporta Freshplaza.

La Forcina Srl è un’azienda storica a conduzione familiare che concepisce il commercio ortofrutticolo “come si faceva una volta”, mantenendo un contatto diretto con i produttori e controllando la merce durante le fasi di crescita. Pur conservando questo approccio tradizionale, l’impresa si è evoluta dotandosi di linee di lavorazione di ultima generazione. Oggi movimenta oltre 20.000 tonnellate di prodotti all’anno, con volumi in continua crescita. La merce a marchio La Forcina proviene da produttori storici fidelizzati, situati principalmente in Puglia, Basilicata e Sicilia; quest’ultima è un’area di particolare rilievo per le arance pigmentate. Per gestire la sua capacità produttiva, l’azienda dispone di un magazzino di 7.000 mq, di cui 3.000 coperti, impiega circa 50 dipendenti specializzati e si avvale di mezzi propri per il trasporto.

La campagna dell’uva da tavola sta dando buoni risultati, soprattutto per le varietà senza semi, sia rosse che bianche. Antonio Forcina riferisce che la domanda per queste uve è in crescita sia in Italia che all’estero, specialmente tra le nuove generazioni. Mentre la campagna dell’uva Victoria si è già conclusa e quella dell’uva Italia terminerà a metà ottobre, l’azienda garantirà la fornitura di uve apirene fino a gennaio. L’assenza di semi è considerata dal mercato un punto di forza, non solo per la bontà e la dolcezza, ma anche perché i frutti sono più facili da consumare.

A partire dal 25 settembre, inizierà la commercializzazione della Mela Annurca coltivata nell’areale dell’Alto Casertano, un prodotto di nicchia nel panorama melicolo italiano. Secondo Forcina, questo frutto registra solitamente una buona domanda, con prezzi in crescita rispetto agli anni precedenti, anche a causa di una minore disponibilità. La sua lavorazione richiede tecniche più complesse e costose rispetto alle mele comuni. La Melannurca Campana, che rappresenta il 4% della produzione nazionale, non matura sull’albero: viene raccolta acerba e lasciata maturare per circa 15 giorni su appositi “melai”, dove i frutti sono girati a mano per ottenere una colorazione uniforme.

Forcina evidenzia due problemi principali che affliggono l’intero comparto: la carenza idrica e la mancanza di manodopera. “Siamo a stretto contatto con i produttori e consapevoli della situazione”, chiarisce, “in considerazione dei volumi che gestiamo”, come le circa 8.000 tonnellate di frutta estiva lavorata. La siccità, afferma, inciderà sulla campagna agrumi soprattutto in Puglia, dove le dighe sono vuote da mesi, con probabili ripercussioni su volumi e pezzatura dei frutti. Allo stesso modo, la carenza di manodopera è un fenomeno diffuso che compromette operazioni agricole fondamentali come potatura, diradamento e raccolta

 La Melannurca Campana è l’unica mela di origine meridionale e rappresenta circa l’80% della produzione melicola regionale e il 4% di quella nazionale. La sua lavorazione, in particolare il trattamento post-raccolta, è considerata una vera e propria arte: il frutto non matura sull’albero, ma viene raccolto ancora acerbo in autunno e lasciato maturare per circa 15 giorni su appositi supporti, detti “melai”. Durante questo periodo, le mele vengono ruotate manualmente per favorire una colorazione uniforme su tutti i lati.

I prodotti dell’azienda sono distribuiti in tutta Italia attraverso la Grande Distribuzione Organizzata, l’ingrosso e la vendita diretta, a cui si sono aggiunti di recente il canale HoReCa e le mense scolastiche.

Per quanto riguarda l’export, i mercati di riferimento sono Belgio, Polonia, Francia, Germania e Gran Bretagna, con volumi significativi diretti anche verso l’Europa dell’Est, in particolare Slovenia, Croazia e Polonia.